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al testo di Amina Narimi
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Segnava le burrasche sulle braccia della terraferma, per ogni suono un segno l’amore che sogni nella pagina tra i rami , dove siamo già nati, levigando passandoci il cuore saliva dagli occhi un movimento. Una cura è ancora viva : la forza del colore che ricade -il prezzo è la mancanza che batteva scappata dalla carne la parola- faceva venire le ossa di cristallo mentre m’innalzavi dai capelli in cielo restando a penzoloni le ginocchia nelle crepe di corteccia con i fogli coi pastelli , quel poco che avevamo, continuavi a trovare che ” l’io è il miracolo del tu” per ciò che siamo. attraverso gli alberi inventa un nome allora ! che non torni via dal viso, dal vento dai fiumi che porti nelle tasche e tutti quei bambini sulla schiena dietro una rondine prima o dopo finiremo l’infinito? A retrocedere le matassine dei fili disordinando l’aria ..dimmi la verità…
allungare i piedi fin dentro alla terra, e diventare alberi, attirando con i capelli i messaggi cosmici.” *
coi piedi dentro gli alberi e i capelli in cielo, a spostare il vento A sfilare il sole. Per sempre
*Il Poeta del Parco, Lorenzo Mullon Grazie Lorenzo..
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